Alle ore 10:37 odierne (20 marzo 2021), nel nostro fuso orario, ha avuto inizio ufficialmente la primavera.
Il termine equinozio deriva dalla locuzione latina aequa nox, tradotta come «notte uguale» (si intende per durata al dì, cioè alle ore di luce). Ciò significa che per due giorni all’anno (equinozio di primavera e d’autunno), in qualsiasi punto della terra le ore di luce e di buio si equivalgono. Questo è dovuto al fatto che i raggi solari sono perpendicolari all’asse terrestre.

Nel giorno degli equinozi il Sole sorge esattamente a est (90°Nord) e tramonta a ovest (270°Nord), a differenza degli altri giorni dell’anno in cui sorge e tramonta in punti cardinali diversi ed i cui estremi sono i due solstizi; per esempio al s. d’estate il Sole si troverà a 54°Nord all’alba e 305°Nord al tramonto, comportando una lunghezza del dì ben superiore a quella che abbiamo oggi all’equinozio.

L’equinozio di primavera viene anche detto punto vernale o primo punto d’Ariete perché, nel periodo tra il 2000 a.C. ed il 100 a.C., il Sole in questa giornata si trovava nella costellazione dell’Ariete. A causa della precessione degli equinozi (ne abbiamo parlato qui) da oltre duemila anni a questa parte non è più così, infatti ad nostri giorni al momento dell’equinozio di primavera il Sole si trova nella costellazione dei Pesci.

Solitamente l’equinozio di primavera coincide con il 20 marzo, ma non è sempre stato o sempre sarà così. Infatti a partire dal 2044 l’equinozio di primavera cadrà sporadicamente il 19 marzo, come pure in passato è talvolta invece coinciso con il 21 marzo (nel 2003 e nel 2007). Questo leggero scostamento negli anni è dovuto all’introduzione dei giorni bisestili nel calendario gregoriano, voluto da papa Gregorio XIII nel XVI sec. Ciò ha comportato un lieve “sfasamento” con l’anno siderale, cioè il tempo che impiega il Sole a ritornare nella stessa posizione nei confronti della Terra rispetto alle stelle della sfera celeste.