In queste settimane la prudenza e le precauzioni ci portano giustamente a limitare gli sposamenti e a rimanere all’interno del proprio Comune, ma questo non vuol dire rinunciare all’attività motoria e allo stare all’aria aperta. Noi riteniamo che siano due requisiti fondamentali per stare bene e mantenersi sani, quindi abbiamo deciso di proporvi una serie di itinerari da poter seguire in queste settimane rispettando le limitazioni in vigore.
Cominciamo dal territorio del nostro Nicola: Gemona del Friuli!
I gemonesi sanno bene che dedalo di sentieri, tracce, strade e stradine siano i territori del Lago Minisini e di Sella Sant’Agnese. Imbattersi in un percorso sconosciuto è quasi la normalità e spesso lasciare le familiari vie principali permette di godere di scorci, dettagli e remoti angoli di un territorio che ha molto da offrire. Oggi vi propongo un nuovo itinerario per esplorare territori probabilmente a voi familiari, ma seguendo nuove rotte! Come supporto vi lascio la traccia GPX del percorso per studiarlo in anteprima o seguirla tramite app o GPS durante l’attività.
Ad esempio, partendo dalla stazione dei vigili del fuoco, si può salire sul monte Cjamparis, uno dei tanti colli addolciti dalla forza dei ghiacci e pieni zeppi di gallerie della grande guerra. Di origine militare è anche la strada panoramica che conduce verso Sella Sant’Agnese e per raggiungerla vi è un ripido sentiero che conduce dritto alla galleria scavata nella roccia. È il Troi dai Fornatùs che permette di coprire rapidamente un discreto dislivello e nasconde un suggestivo panorama sul sottostante Lago Minisini e a sinistra sul castello di Gemona in linea con il campanile di Artegna.
Una volta iniziato a percorrere la stada in direzione di Sant’Agnese, dopo il primo tornante si può fare un’altra bella deviazione. Svoltando a destra si raggiunge il monte Palombâr, il fratello selvaggio del più famoso Cumieli. Nei pressi della cima si trovano i ruderi di una torre del XII secolo chiamata Grozumberg e fatta erigere dal conte Enrico del Tirolo, amministatore di Venzone per la Chiesa di Aquileia.
Il mio scorcio preferito è senza dubbio quello che si vede poco prima di scendere a Sella Sant’Agnese. Lungo la discesa lo sguardo non può non rimanere incantato dal monumentale versante Ovest del monte Deneal: decine e decine di strati impilati uno sull’altro che testimoniano l’evoluzione della Terra nel tempo e raccontano una storia di 150 milioni di anni (tutto l’era Mesozoica). Ciò che cattura maggiormente l’attenzione però è il “Ventaglio”, una sequenza di strati fortemente piegati e da alcuni anni diventata palestra di roccia per arditi scalatori. Dalla sella, un ripido sentiero permette di raggiungerlo e, salendo a sinistra, di raggiungere un pulpito panoramico verso la pianura.
Per concludere l’escursione e tornare al punto di partenza si può scegliere tra molti sentieri diversi che scendono verso i Tôrs. Se nei giorni precedenti ha piovuto, la fontane da Drendesime merita senza dubbio una visita: si tratta di una piccola sorgiva da cui escono le limpide e fresche acque che prima, come gocce di pioggia, sono cadute sulle ripide pareti del Deneal e tra le ghiaie di Sant’Agnese.
Lungo tutto il percorso non sarà raro imbattersi in qualche abitante del bosco come i caprioli che tra questi boschi fitti trovano un habitat ideale. Se alzerete gli occhi al cielo potrete scorgere delle gigantesce sagome alate, sono i grifoni, i grandi avvoltoi che ormai si sono stabilizzati sulle ripide pareti delle catene prealpine.
Dal divano di casa sarebbe difficile notarli, vi consiglio di uscire e mettervi in moto! Vi lascio con un’anteprima 3D dell’itinerario per darvi l’idea del giro fatto.
E per i non gemonesi, non disperatevi: presto pubblicheremo altri percorsi in altri Comuni!